Abbiamo già avuto modo di parlare di formazione continua e della sua importanza per il futuro del paese e del mercato del lavoro. In questo articolo vogliamo tornare sull’argomento aprendo una riflessione sulle difficoltà di reperire dei lavoratori con competenze e conoscenze fruibili in un mercato, appunto quello del lavoro, sempre più in continua evoluzione.
Il contesto formativo italiano non è dei migliori; infatti le notizie di questi giorni indicano che il 50% dei ragazzi, alla fine delle scuole medie, non possiedono la capacità di comprendere appieno un testo scritto. Purtroppo, come ci dice la ricerca della fondazione Cattaneo, questa tendenza continua anche in età più adulta con un fenomeno chiamato analfabetismo di ritorno. Il problema è molto serio: tra i 16 e 65 anni gli italiani con livelli molto bassi di istruzione sono poco meno di 11 milioni, cioè circa il 23% della platea. Questo significa che questa popolazione riesce con difficoltà a leggere testi brevi su argomenti familiari, individuare informazioni specifiche e, soprattutto, non sono in grado di associare testo e informazioni.
Per migliorare questa situazione è indispensabile creare un sistema di formazione che non riguardi solo la scuola o la formazione universitaria ma attivando, anche grazie all’aiuto di centri di formazione professionali, percorsi di formazione costante per tutte le categorie di lavoratori sia pubblici sia privati.
Purtroppo siamo in una fase di emergenza formativa e di profondo deficit rispetto al resto d’Europa; infatti i tredici milioni di italiani con basso livello d’istruzione rappresentano circa il 20% della popolazione adulta europea con basso livello d’istruzione (circa 66 milioni in totale), a testimonianza di una emergenza formativa, con dei numeri piuttosto ampi, che caratterizza da tempo il nostro paese, ma che rischia ora di produrre effetti pesanti sul tessuto produttivo e sull’intero mercato del lavoro, in vista della auspicabile, e speriamo veloce, ripartenza.
La ripartenza stenta a decollare, a causa delle tensioni geopolitiche di questi ultimi 3 mesi, ma comunque ci sarà, forse in maniera più lenta, ma arriverà. Ed è in quel momento che il mercato del lavoro cercherà personale e nuovi lavoratori.
Oggi viviamo una situazione complicata: i bassi stipendi allontanano i ragazzi dal mondo del lavoro, ma al contempo li allontanano anche dalla formazione. Questa disparità tra richiesta di stipendi adeguati e formazione insufficiente, sta paralizzando molti settori, come quello dell’accoglienza o del divertimento.
Il progetto è ambizioso, infatti si tratta di realizzare entro il 2025 l’obiettivo europeo del 50% di adulti che partecipano in attività formative almeno una volta ogni 12 mesi. Lo abbiamo imparato anche dalla crisi data dal COVID: reagire alle emergenze per costruire soluzioni sostenibili per il futuro richiede capacità e risorse umane in primo luogo, oltre a tutte le competenze di base trasversali, sociali, scientifiche e imprenditoriali necessarie per affrontare l’incertezza e creare opportunità sempre maggiori.
Purtroppo l’efficacia di queste misure resta limitata in assenza di un sistema nazionale integrato per l’apprendimento permanente e per il riconoscimento delle competenze della popolazione adulta.
Ed in questo panorama che diventeranno centrali gli enti di formazione professionali come Cifap Formazione. Infatti dobbiamo essere in grado di offrire quanta più formazione costante, che sia sempre ben integrata con le sfide che il mercato del lavoro ci proporrà in futuro, sempre in grado di ampliare l’offerta formativa e anticipare le nuove figure professionali delle quali le attività avranno bisogno. Solo attraverso la collaborazione tra persone, centri di formazione e istituzioni potremo raggiungere questo importante e ambizioso obiettivo.